La Tunisia dia garanzie democratiche
Adesione ad una mozione sul rispetto dei diritti umani e del ripristino delle regole democratiche in Tunisia.
Testo della mozione:
Atto n. 1-00068 - Pubblicato il 25 luglio 2023, nella seduta n. 91
ALFIERI, DELRIO, BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ROSSOMANDO, CAMUSSO, CRISANTI, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI
Il Senato,
premesso che:
il 16 luglio 2023, nel palazzo presidenziale di Cartagine in Tunisia, è stato firmato il memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e la Tunisia. Alla cerimonia di firma erano presenti la Presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen, la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, il Primo Ministro olandese, Mark Rutte, e il Presidente tunisino, Kaïs Saïed;
in merito al memorandum la Presidente del Consiglio dei ministri ha affermato che “questo partenariato deve diventare un modello per le relazioni dell’Unione europea con gli altri Paesi del Nordafrica”;
per la maggior parte i fondi, circa 900 milioni di dollari, sono vincolati al prestito del Fondo monetario internazionale bloccato: da tempo, come noto, infatti, l’FMI subordina il versamento del prestito da 1,9 miliardi di dollari alla realizzazione di riforme adeguate da parte del Governo tunisino. Tuttavia, il memorandum prevede, sin da subito, lo stanziamento da parte dell’Unione europea di 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino e di 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere;
al riguardo si rileva come nella prima metà del 2023 la Tunisia abbia superato la Libia come numero di partenze per l’Italia. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, UNHCR, delle 69.599 persone arrivate in Italia tra gennaio e luglio attraverso il mar Mediterraneo, 37.720 sono partite dalla Tunisia, 28.558 dalla Libia e il resto dalla Turchia e dall’Algeria;
inoltre, val la pena evidenziare come la UE abbia già stanziato alla Tunisia tra i 93 e i 178 milioni di euro per combattere la migrazione irregolare tra il 2015 e il 2022. A quanto detto si aggiunga che il protocollo d’intesa, come denunciato da diverse organizzazioni umanitarie, non ha previsto forme di controllo e garanzia in merito al rispetto dei diritti umani da parte delle autorità tunisine;
considerato che:
il nuovo piano, che ha una durata di 4 anni e deve essere ratificato dai diversi Paesi membri UE, è firmato in un contesto caratterizzato da una forte torsione autoritaria del presidente tunisino il quale, in meno di due anni, ha concentrato sempre più potere nelle proprie mani fino ad arrivare alla promulgazione di una nuova Costituzione dai tratti fortemente autoritari. L’Autorità nazionale anticorruzione, INLUCC, il Consiglio superiore della magistratura sono stati sciolti e numerosi magistrati licenziati;
dal febbraio 2023, inoltre, è in corso una nuova ondata di arresti che sta colpendo diversi esponenti politici dell’opposizione, giornalisti, avvocati, sindacalisti, attivisti ed esponenti vari della società civile; arresti accompagnati da una campagna gravemente xenofoba e senza precedenti contro i migranti subsahariani, accusati di programmare una “sostituzione etnica”;
le affermazioni xenofobe del presidente tunisino sono state seguite da crescenti violenze e maltrattamenti da parte delle autorità tunisine nei confronti dei migranti subsahariani. Secondo le stime del Forum tunisino per i diritti economici e social, FDTES, tra gennaio e maggio 2023 le autorità tunisine hanno arrestato oltre 3.500 migranti per “soggiorno irregolare” e intercettato oltre 23.000 persone che tentavano di partire dalle coste verso l’Europa. In merito a tali stime il portavoce di FTDES, Romdhane Ben Amor, ha sottolineato come la maggior parte degli arresti di migranti, avvenuta vicino al confine con l’Algeria, ma anche a Tunisi, a Sfax e in altre città, sia aumentata notevolmente dopo il discorso del presidente Saïed;
in merito agli arresti e i respingimenti del Governo tunisino la direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, Eve Geddie, ha denunciato il fatto che: “le autorità tunisine hanno lasciato centinaia di persone, bambini compresi, intrappolate alle frontiere desertiche del Paese, prive di acqua, cibo o riparo”;
alle denunce di Amnesty International sono da aggiungersi le cronache di diversi organi d’informazione che raccontano il dramma di centinaia di migranti subsahariani intrappolati nell’area desertica fra la Tunisia e la Libia, come anche al confine con l’Algeria, dove sono stati deportati dalla Garde nationale tunisina. RefugeesinLibya ha diffuso una drammatica immagine che ritrae i corpi di una madre e una figlia privi di vita, uccise dal caldo, dalla fame e dalla sete: un’immagine durissima che è diventata rapidamente il simbolo della drammatica crisi umanitaria che si sta consumando nell’area;
la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatovic, intervenendo riguardo al memorandum d'intesa tra UE e Tunisia, ha dichiarato che: “Gli Stati membri del Consiglio d'Europa dovrebbero insistere sulla chiara salvaguardia dei diritti umani in qualsiasi ulteriore cooperazione in tema di migrazione con la Tunisia. Le tutele di ogni tipo di diritti umani devono essere una parte integrante di ogni attività di cooperazione sulla migrazione tra gli stati membri del Consiglio d'Europa e i paesi terzi, Tunisia inclusa. (...) Le gravi violazioni dei diritti umani recentemente riportate contro rifugiati e migranti in Tunisia rendono solo più stringente che tali tutele siano contemplate";
ha rivolto, inoltre, un appello agli Stati membri rilevando che nel memorandum la questione diritti umani e migranti "contempla solo un linguaggio molto generico e nessuna concreta indicazione su come le tutele sarebbero attuate o su quali sarebbero. Le tutele dovrebbero almeno includere una complessiva valutazione dei rischi, la piena trasparenza nelle risorse finanziarie, l'instaurazione di meccanismi di monitoraggio indipendenti per verificare l'impatto sui diritti umani delle specifiche attività previste nell'accordo complessivo, tra cui la facoltà di sospendere qualsiasi attività qualora abbia un impatto negativo sui diritti umani dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti”,
impegna il Governo ad adoperarsi presso gli Stati membri in merito alla necessità di inserire, tra le condizioni per l'attuazione dell'intesa, il ripristino delle garanzie democratiche e del pluralismo della rappresentanza nel Paese, nonché il rilascio di tutti i prigionieri politici anche alla luce delle richieste della commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa.