Garantire il diritto allo studio agli alunni con disabilità a Sesto San Giovanni
Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD sulla garanzia del diritto allo studio per gli alunni con disabilità di Sesto San Giovanni (Mi).
Testo dell'interrogazione:
Atto n. 3-01476 (già n. 4-01320) | Pubblicato il 19 novembre 2024, nella seduta n. 242 | Svolta nella seduta del Senato di Giovedì 21 novembre 2024
MALPEZZI, VALENTE, CAMUSSO, ROSSOMANDO, FURLAN, BAZOLI, RANDO, MIRABELLI, MARTELLA, IRTO, VERDUCCI, TAJANI, D'ELIA, LA MARCA, VERINI, PARRINI, FRANCESCHELLI, LOSACCO, ZAMPA, MANCA, ROJC, DELRIO, SENSI, NICITA, GIACOBBE
Al Ministro dell'istruzione e del merito.
Premesso che:
nei giorni scorsi è stata diffusa a mezzo stampa una lettera scritta dalla maggior parte dei genitori delle 55 famiglie che in questi anni hanno fatto causa al Ministero dell’istruzione e al Comune di Sesto San Giovanni (Milano) per vedere garantiti e tutelati i diritti all’istruzione, all’inclusione e alla frequenza scolastica dei propri figli con disabilità;
tale missiva è la risposta alle parole pronunciate dal Sindaco del Comune durante il Consiglio comunale del 7 maggio 2024 nel quale, commentando l’ennesima vertenza legale, ha definito “strumentale” il ricorso al tribunale. "Ci duole", si legge nella lettera "oltre ad essere stati obbligati a fare questo passo che riteniamo già avvilente e sconfortante, doverci anche giustificare con Lei, il nostro primo cittadino, che dovrebbe tutelare tutti ed in particolar modo i più fragili (il grado di democrazia di una città si misura dalla tutela dei più deboli e bisognosi, a quale grado si trova Sesto San Giovanni?) e stare al fianco delle famiglie";
da 15 anni, infatti, i genitori si battono per avere pari dignità e rispetto dei diritti affinché tutti i bambini possano vivere un tempo scuola pieno e dignitoso;
in tal senso, lo “strumento” del sostegno e dell’educativa scolastica ha lo scopo di fare da facilitatore, affinché anche tutti i bambini possano esprimere appieno le loro potenzialità. In particolare, al GLO (Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione) a cui partecipano insegnanti curriculari, di sostegno e il dirigente, sulla base di una documentazione medica (diagnosi funzionale o profilo dinamico funzionale), compete la definizione del monte ore di sostegno e di educativa necessario al raggiungimento degli obiettivi;
tuttavia, l’Amministrazione comunale ha deciso arbitrariamente di attribuire meno ore rispetto a quelle indicate nel PEI (Piano educativo individualizzato) redatto dalla scuola per ogni bambino/ragazzo con disabilità;
per giustificare tale scelta, a giudizio degli interroganti, discriminatoria e illegittima l'Amministrazione ha dichiarato di non avere risorse: tale pronunciamento entra in contrasto con l'ordinanza del 2019 in cui si precisa che "la riduzione di tale intervento per meri motivi economici rappresenta una discriminazione dell’alunno stesso". Del resto, anche l’avvocatura del Comune ha sottolineato questo aspetto in un documento agli atti in cui è scritto che: “le motivazioni esposte dal Tribunale di Monza nelle due precedenti Ordinanze del 04.06.2019 n. 10680 e dell’08.05.2023 non lasciano spazio ad alcuna possibilità di giustificazione dell’assegnazione di un numero insufficiente di ore agli aventi diritto, trattandosi di diritti fondamentali della persona di rango sovra-nazionale e costituzionale”;
risulta, dunque, evidente che la quantità corretta di ore di sostegno e di educativa scolastica, che è garanzia di inclusione e di qualità formativa per tutta la classe, non è garantita. I genitori hanno fatto proposte concrete e chiesto "che una parte dell’avanzo di bilancio 2023, quasi 9 milioni di euro, venga destinato per coprire il totale delle ore di educativa scolastica richieste dalle scuole per tutti i bambini/ragazzi con disabilità e, inoltre, che venga riattivato il Tavolo della 104, ormai da troppo tempo non più convocato”. In particolare il tavolo è un luogo istituzionale, che raccoglie tutti i soggetti della città che operano sul tema della disabilità: amministrazione comunale, sanità, scuola e associazioni del territorio;
inoltre, le sentenze e le ordinanze menzionate sono sempre state a favore delle famiglie e hanno obbligato l’amministrazione comunale e il Ministero ad integrare le ore mancanti, rispettivamente di educativa e di sostegno, per fare venire meno la discriminazione in atto;
tuttavia, la discriminazione in atto non è venuta meno e i bambini continuano a non beneficiare delle ore previste dal PEI e di cui hanno pieno diritto;
il tempo che i bambini e i ragazzi con disabilità trascorrono a scuola deve essere lo stesso dei loro compagni e non un tempo dimezzato o inferiore perché l’obbligo scolastico vale per tutti. Purtroppo, ancora troppo spesso, insegnanti e dirigenti chiedono alla famiglia di far entrare dopo o di riprendere prima il proprio figlio da scuola a causa della mancata copertura delle ore di sostegno e di educativa;
non è accettabile che i bambini o ragazzi con disabilità siano costretti ad entrare o uscire in orari diversi rispetto ai loro compagni perché la scuola, che dovrebbe essere il luogo dell’accoglienza, della crescita e dell’apprendimento per tutti, di fatto non è in grado di garantire il diritto alla frequenza scolastica. L'inclusione è una caratteristica fondamentale del nostro sistema di istruzione; è lo strumento per consentire ai bambini e ai ragazzi con disabilità di vivere l'infanzia e l'adolescenza come tutti gli altri ed aiutarli a diventare adulti il più possibile autonomi;
il Ministro in indirizzo in più di un’occasione ha dichiarato che l’inclusione degli alunni con disabilità è un punto qualificante dell’agenda del suo dicastero e, in particolare, ha annunciato “aver fatto investimenti importanti nell'inclusione di giovani con disabilità";
è noto a tutti che investire sulla formazione dei bambini, in particolare su quelli più fragili, favorisce l’acquisizione di capacità e competenze fondamentali nell’età adulta. Un investimento economico su questi servizi oggi determina un risparmio su altri servizi in futuro,
si chiede di sapere:
quali iniziative di sua competenza il Ministro in indirizzo intenda attuare per consentire agli alunni con disabilità di Sesto San Giovanni (Milano) di beneficiare dello stesso monte orario indicato nel PER e redatto dalla scuola per ogni bambino/ragazzo con disabilità;
quali ragioni abbiano finora impedito di ottemperare alle sentenze ed ordinanze emesse da giudici diversi, che hanno obbligato l’amministrazione comunale e il Ministro ad integrare le ore mancanti, rispettivamente di educativa e di sostegno, per fare venire meno la discriminazione in atto e se non ritenga, per quanto di sua competenza, di sollecitare la convocazione del Tavolo;
se ritenga accettabile che le famiglie, al fine di vedere rispettato un diritto che dovrebbe essere riconosciuto e garantito dalle stesse istituzioni, affrontino onerose spese legali;
come intenda tutelare gli alunni con disabilità, consentendo a ognuno di loro il diritto all’istruzione e alla piena inclusione scolastica;
se non ritenga che sia necessario aumentare i trasferimenti ai comuni per l’educativa per rispondere alle diverse esigenze delle scuole.
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Quello che è accaduto a Sesto San Giovanni, succede in molte altre parti d'Italia: ci sono troppe famiglie con figli con disabilità a cui vengono sottratte le ore per il sostegno e per l'assistente alla comunicazione. Famiglie a cui non resta che intentare cause contro il Ministero per vedere garantito il diritto allo studio. C'è una sentenza del 2023 che condanna il Ministero dell'istruzione a pagare le spese legali e ciò non è ancora stato fatto. Il Ministero ha citato una sentenza del Consiglio di Stato, alla quale, come Governo e Parlamento, dovremmo rispondere non nel modo in cui avete risposto voi e cioè che alla fine alle ore di autonomia devono pensare i Comuni e non lo Stato. Bene, i Comuni con che soldi garantiscono l'autonomia educativa ai ragazzi? Se tagliate i trasferimenti ai Comuni e se poi magari in un Comune in quelle annate il numero dei ragazzi con disabilità è più alto, questi comuni come riescono a fare il bilancio? Avete il dovere di garantire l'autonomia educativa, aumentando i trasferimenti ai Comuni perché tutti i bambini hanno diritto all'istruzione come previsto dalla Costituzione.