Risoluzione sull'Ucraina

Sottoscrizione di una Risoluzione del Gruppo PD, poi approvata in Senato, relativa alle Comunicazioni del Ministro della Difesa.

Atto: (6-00009) n. 3 (Presentata, discussa e approvata il 13 dicembre 2022)
Malpezzi, Alfieri, Mirabelli, Lorenzin, Misiani, Irto, Basso, D'Elia, Rossomando, Enrico Borghi, Casini, Delrio.

Il Senato,
premesso che:

l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa rappresenta una violazione di principi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e, in particolare, il rispetto dell'indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato;
la Federazione russa si è resa colpevole di una gravissima violazione del diritto internazionale, aggredendo l'Ucraina, anche attraverso atrocità e azioni ostili nei confronti di obiettivi civili;
in linea con la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, l'Ucraina ha esercitato il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riconquistare il pieno controllo del proprio territorio e liberare i territori occupati entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale;
il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza l'aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna; il Governo ha fornito sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, lavorando al fianco degli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione, alla crisi militare ed umanitaria che ne è nata;
a margine del vertice del G20 di Bali del 15 e 16 novembre scorso, è stato ribadito, con una dichiarazione comune dei leader del G7, il rifiuto di riconoscere l'annessione illegale di territori ucraini in violazione dell'ordine e della legalità internazionali, e il diritto alla difesa dell'Ucraina in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale;
la guerra voluta dalla Russia, infatti, ha provocato e continua a provocare ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria;
in questi mesi la comunità internazionale ha assistito a continue azioni in spregio del diritto internazionale umanitario compiute dalla Federazione russa, basti pensare al massacro di Bucha o alle fosse comuni contenenti oltre 440 corpi a Izyum, alle numerose testimonianze di stupri e ad altri gravi violazioni dei diritti umani, che sembrano configurare veri e propri crimini di guerra commessi dalle forze russe e su cui la Corte penale internazionale si è prontamente attivata per accertarne la portata e la stessa Unione europea ha invitato i suoi Stati membri a collaborare con gli organismi internazionali per raccogliere prove e sostenere le indagini della Corte penale internazionale sui crimini di guerra commessi nel territorio dell'Ucraina dal 24 febbraio 2014 in poi;
la popolazione ucraina vive in condizioni disperate e sempre più stremata dal perdurare dell'aggressione russa; come dichiarato dall'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk, lo scorso 9 dicembre, 17,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria; 9,3 milioni sono bisognose di aiuti alimentari e mezzi di sostentamento, mentre circa 7,4 milioni sono i rifugiati e 6,5 milioni gli sfollati interni;
i massicci bombardamenti russi hanno danneggiato il sistema di approvvigionamento termico, le reti elettriche sono state gravemente colpite e larghe fette della popolazione si trovano a vivere a temperature sotto lo zero senza riscaldamento e senza elettricità. Grande preoccupazione destano, inoltre, i bombardamenti nella zona attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Al riguardo, lo scorso 2 dicembre il direttore generale dall'AIEA, Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha parlato di "pericolo imminente";
il regime russo è rimasto sordo ai ripetuti appelli per porre fine alla guerra di aggressione mossi dalla comunità internazionale, tra cui, con forza, quelli di Papa Francesco, e ha più volte minacciato il ricorso ad armi di distruzione di massa;
rilevato che:
l'Unione europea si è profusa dall'inizio del conflitto per garantire, in un quadro multilaterale, sostegno e solidarietà alla popolazione e alle istituzioni ucraine, grazie ad una continua e costante azione diplomatica per il raggiungimento di un cessate il fuoco e all'utilizzo del nuovo strumento dell'European Peace Facility. Il nuovo strumento dal valore di 5 miliardi di euro è stato adottato per il periodo 2021-2027 ed è volto al rafforzamento della capacità dell'UE di prevenire i conflitti, garantire il mantenimento della pace e l'aumento della stabilità e della sicurezza internazionali;
l'Unione europea, inoltre, si è da subito adoperata fornendo aiuti economici all'Ucraina per un totale di 4,2 miliardi di euro, cui dovrebbero aggiungersi ulteriori 2,5 miliardi entro la fine dell'anno. Per quanto riguarda l'Italia, invece, nell'ambito di un quadro di sostegno bilaterale, val la pena ricordare l'accordo sottoscritto durante il governo Draghi tra il ministro dell'economia Daniele Franco e il ministro ucraino delle finanze Serhiy Marchenko, con il quale è stato previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro, destinato al pagamento dei salari del personale delle scuole ucraine: una forma di finanziamento parallela al programma della Banca mondiale denominato Public expenditure for administrative capacity endurance in Ukraine, che ha come obiettivo garantire la continuità amministrativa e dei servizi essenziali dello Stato ucraino;
considerato che:
il Parlamento italiano si è adoperato sin dallo scoppio della guerra, anche nel quadro della cooperazione europea ed internazionale, per assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, anche militare, votando alla Camera a larghissima maggioranza, le risoluzioni 6-00207 del 1° marzo 2022 e 6-00224 del 22 giugno 2022 e al Senato la risoluzione unitaria - 6-00208 del 1º marzo 2022, nonché approvando il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nel quale, grazie all'iniziativa del Partito democratico, è stata introdotta la previsione che obbliga i Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale a riferire alle Camere, con cadenza almeno trimestrale, sull'evoluzione della situazione in atto;
evidenziato che:
le cessioni di mezzi, materiali e armamenti avvengono a titolo non oneroso per il Governo ucraino ma, al pari di quelle realizzate dagli altri Stati membri, sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi del citato strumento europeo per la pace, European Peace Facility;
la Commissione europea in questi giorni ha annunciato l'adozione di un nono pacchetto di sanzioni, che colpiranno ulteriori membri delle forze armate russe, funzionari ufficiali e aziende operanti nel settore della difesa, ma anche membri della Duma, dei ministeri, dei partiti politici e governatori;
la conferenza internazionale sull'Ucraina di Parigi, promossa da Francia e Stati Uniti, è stata istituita per supportare il confronto tra gli Stati partecipanti sul futuro dell'Ucraina e del conflitto in corso e chiedere alle istituzioni finanziarie internazionali di "aumentare" il loro aiuto,
impegna il Governo:
1) a sostenere il ruolo dell'Italia nel percorso diplomatico avviato da Francia e Stati uniti, in una più coesa collaborazione con i due Paesi promotori e con gli altri partner europei e gli alleati Nato, anche con l'auspicio di poter ospitare una futura conferenza di pace a Roma e anche attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo incontro G20;
2) a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite - che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva - confermando tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina;
3) ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;
4) a continuare a operare coinvolgendo le Camere sugli sviluppi della guerra in Ucraina, secondo le modalità di cui al comma 3, dell'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n.14;
5) a proseguire l'azione fattiva e costante già svolta dall'Italia per il sostegno della popolazione ucraina in patria, nonché a implementare le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili, anche in ragione del previsto aumento di arrivi dovuti al danneggiamento sistematico delle fonti energetiche in Ucraina da parte russa, che ostacola la capacità del Paese di affrontare l'inverno;
6) a sostenere, in modo fattivo e tempestivo, l'appello delle autorità ucraine per l'acquisto e l'invio di generatori di energia elettrica, anche coinvolgendo, a tal fine, enti locali e associazionismo;
7) ad adoperarsi in sede europea e internazionale per promuovere azioni di solidarietà nei confronti dei cittadini russi perseguitati, arrestati o costretti a fuggire dal Paese, per aver protestato contro il regime e contro la guerra;
8) ad adottare iniziative per definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall'ONU, dall'Unione europea e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale attraverso corridoi sicuri, e a garantire la prosecuzione e il rispetto degli accordi già raggiunti.

 

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