Quali iniziative diplomatiche adotta il Governo per fermare la guerra a Gaza
Adesione ad una interrogazione del gruppo PD per chiedere al Governo quali iniziative diplomatiche sta mettendo in atto nei confronti del Governo israeliano per una conclusione delle ostilità a Gaza.
Testo dell'interrogazione:
(3-02148) (Presentata il 17 settembre 2025 e discussa nel Question Time del 18 settembre 2025)
DELRIO, BOCCIA, ALFIERI, LA MARCA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Premesso che:
il 15 settembre 2025 un gruppo di 325 ex ambasciatori e alti funzionari dell'UE ha inviato una lettera all'Assemblea generale delle Nazioni unite e al Consiglio di sicurezza chiedendo "di adottare sanzioni contro le molteplici violazioni del diritto internazionale perpetrate quotidianamente dal governo israeliano nei confronti del popolo palestinese";
gli ex ambasciatori, inoltre, hanno esortato "gli Stati membri dell'Ue che non l'hanno ancora fatto ad unirsi ai 147 Stati membri dell'Onu che hanno già riconosciuto lo Stato della Palestina e a quelli che hanno annunciato che lo faranno alla prossima riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, in particolare Francia, Belgio, Malta, Regno Unito, Canada e Australia";
già a luglio, un gruppo di 40 ex diplomatici italiani aveva rivolto un appello diretto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sottolineando l'urgenza di azioni concrete a fronte delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. In particolare, i diplomatici avevano chiesto la sospensione di ogni rapporto di cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele e di unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell'Accordo di associazione tra Israele e l'Unione europea;
parallelamente, Israele ha intensificato l'offensiva su Gaza City, dando inizio il 16 settembre alle operazioni di terra, accerchiando una popolazione civile di circa 600.000 persone, già stremata dai continui bombardamenti e ridotta alla fame;
considerato che:
al meeting informale dei ministri degli Esteri UE a Copenaghen del 30 agosto 2025, l'Italia si è opposta alle proposte di Irlanda, Spagna, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi, che chiedevano l'adozione di sanzioni economiche mirate contro il Governo israeliano, come la sospensione dell'accordo di associazione UE-Israele e lo stop alla cooperazione accademica e tecnologica in "Horizon Europe";
lo scorso 8 settembre il Governo spagnolo ha adottato un pacchetto di nove misure restrittive contro Israele, fra cui il divieto legale e permanente di commercio di armi, il blocco del transito nei porti per navi con combustibili destinati all'IDF, il divieto di ingresso per i responsabili delle operazioni a Gaza, il veto ai prodotti provenienti dagli insediamenti illegali e un significativo aumento degli aiuti umanitari all'Autorità Palestinese e all'UNRWA;
il 17 settembre, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure per sospendere alcune disposizioni commerciali con Israele. Tra le misure figurano la sospensione parziale delle concessioni commerciali dell'accordo di associazione con Israele e l'approvazione di nuove sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti. Tuttavia, nonostante la svolta in corso anche nei governi più prudenti, come la Germania, il Governo italiano continua a mantenere una posizione, secondo gli interroganti, ambigua;
a fronte di questa continua e drammatica escalation, l'Italia continua a mostrare immobilismo, rivelandosi ancora una volta più attenta alle posizioni del Presidente Trump di sostegno incondizionato al Governo israeliano e al suo piano di distruzione, deportazione della popolazione della Striscia e annessione della Cisgiordania, piuttosto che alle ragioni del diritto internazionale;
una scelta che rende più debole la posizione complessiva dell'Unione europea e isola il nostro Paese in ambito UE, anche alla luce dei diversi provvedimenti restrittivi che diversi partner hanno già adottato;
l'adozione di sanzioni sia nei confronti del Governo israeliano che dei suoi ministri e dei coloni che si rendono responsabili di continue violenze in Cisgiordania appare non più rinviabile a fronte dei crimini di guerra e della sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario da parte del Governo Netanyahu,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno allinearsi alle proposte della Commissione europea e ai partner europei che hanno adottato sanzioni concrete nei confronti del Governo israeliano e quali eventuali ulteriori misure o iniziative diplomatiche intenda opportuno intraprendere al fine di far fronte alla tragedia umanitaria che si sta consumando nella Striscia;
quali iniziative diplomatiche stia assumendo il Governo italiano per promuovere il piano franco arabo, volto a rilanciare la soluzione dei due Stati, israeliano e palestinese, che prevede una conclusione permanente delle ostilità, il rilascio degli ostaggi, la fine della presenza di Hamas nella Striscia e la consegna delle armi all'Autorità palestinese, con il coinvolgimento e il sostegno della comunità internazionale che, oltre a incontrare il sostegno europeo, è stato votato dall'Assemblea generale dell'ONU con 142 voti a favore.