Il Ministro degli Interni spieghi i bivacchi davanti alla questura in via Cagni a Milano
Nei mesi scorsi la Questura di Milano ha aperto un ufficio in via Cagni 5 per raccogliere le domande di protezione internazionale e fornire informazioni a coloro che intendono regolarizzare la propria posizione in Italia.
Dal momento dell'apertura di questo sportello, in assenza di qualunque forma di prenotazione, presente invece in via Montebello, centinaia di persone sostano giorno e notte nelle aree attigue del Parco Nord o di viale Suzzani, creando una situazione di degrado e di allarme nel quartiere.
L’assenza di strutture di ricovero e di accoglienza obbliga ogni giorno centinaia di immigrati a dormire e bivaccare per strada dando luogo a una situazione non degna di un Paese civile, con gravissimi disagi per queste persone e anche per gli abitanti del quartiere e delle aree limitrofe.
In più la mancanza di qualsiasi sistema di prenotazione rischia di favorire organizzazioni o sistemi illegali che possono proporsi di governare le code allo sportello.
Per questo ho presentato una interrogazione al Ministro dell’Interno per sapere ‘se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, anche in vista dell’imminente stagione invernale, adottare le iniziative necessarie ad allestire strutture di ricovero per coloro che sono in attesa del proprio turno, a tutela di queste persone e del mantenimento dell’ordine nel quartiere’.
Chiedo poi al Ministro ‘quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di introdurre un sistema di prenotazione che consenta di eliminare la causa di tale situazione di disordine e di insicurezza nel quartiere, indegna di un Paese civile e al limite della disumanità per chi si rivolge a quella che, in quanto sede istituzionale, dovrebbe garantire in primis la tutela, il rispetto e la dignità degli utenti mediante l’adozione di semplici ed elementari procedure che garantiscano una corretta gestione del lavoro quotidiano.
Testo dell’interrogazione:
Atto n. 3-00006 con carattere d'urgenza - Pubblicato il 26 ottobre 2022, nella seduta n. 4
MIRABELLI
Al Ministro dell'interno.
Premesso che:
nei mesi scorsi la Questura di Milano ha aperto un ufficio in via Cagni 5 per raccogliere le domande di protezione internazionale e fornire informazioni a coloro che intendono regolarizzare la propria posizione in Italia;
dal momento dell'apertura di questo sportello, in assenza di qualunque forma di prenotazione, presente invece in via Montebello, centinaia di persone sostano giorno e notte nelle aree attigue del parco nord o di viale Suzzani, creando una situazione di degrado e di allarme nel quartiere;
l'assenza di strutture di ricovero e di accoglienza obbliga ogni giorno centinaia di immigrati a dormire e bivaccare per strada dando luogo a una situazione non degna di un Paese civile, con gravissimi disagi per queste persone e anche per gli abitanti del quartiere e delle aree limitrofe;
inoltre, la mancanza di qualsiasi sistema di prenotazione rischia di favorire organizzazioni o sistemi illegali che possono proporsi di governare le code allo sportello,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario e non procrastinabile, anche in vista dell’imminente stagione invernale, adottare le iniziative necessarie ad allestire strutture di ricovero per coloro che sono in attesa del proprio turno, a tutela di queste persone e del mantenimento dell’ordine nel quartiere;
quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di introdurre, come in altre sedi della Questura di Milano, un sistema di prenotazione che consenta di eliminare la causa di tale situazione di disordine e di insicurezza nel quartiere, indegna di un Paese civile e al limite della disumanità per chi si rivolge a quella che, in quanto sede istituzionale, dovrebbe garantire in primis la tutela, il rispetto e la dignità degli utenti mediante l’adozione di semplici ed elementari procedure che garantiscano una corretta gestione del lavoro quotidiano.
......
Mi fa però piacere sapere che anche Sardone e De Corato se ne siano occupati perché agli atti non risultava.
Resta la distanza tra chi si preoccupa delle condizioni dei cittadini del quartiere e anche dei richiedenti asilo e chi invece vuole tutelare il verde accanendosi su chi si sta rivolgendo a un servizio che andrebbe organizzato meglio.
Il 18 gennaio l'intterrogazione è stata riproposta come Interrogazione a risposta scritta:
Atto n. 4-00153 (già n. 3-00006) - Pubblicato il 18 gennaio 2023, nella seduta n. 29
MIRABELLI
Al Ministro dell'interno.
Premesso che:
nei mesi scorsi la Questura di Milano ha aperto un ufficio in via Cagni 5 per raccogliere le domande di protezione internazionale e fornire informazioni a coloro che intendono regolarizzare la propria posizione in Italia;
dal momento dell'apertura di questo sportello, in assenza di qualunque forma di prenotazione, presente invece in via Montebello, centinaia di persone sostano giorno e notte nelle aree attigue del parco nord o di viale Suzzani, creando una situazione di degrado e di allarme nel quartiere;
l'assenza di strutture di ricovero e di accoglienza obbliga ogni giorno centinaia di immigrati a dormire e bivaccare per strada dando luogo a una situazione non degna di un Paese civile, con gravissimi disagi per queste persone e anche per gli abitanti del quartiere e delle aree limitrofe;
inoltre, la mancanza di qualsiasi sistema di prenotazione rischia di favorire organizzazioni o sistemi illegali che possono proporsi di governare le code allo sportello,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario e non procrastinabile, anche in vista dell’imminente stagione invernale, adottare le iniziative necessarie ad allestire strutture di ricovero per coloro che sono in attesa del proprio turno, a tutela di queste persone e del mantenimento dell’ordine nel quartiere;
quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di introdurre, come in altre sedi della Questura di Milano, un sistema di prenotazione che consenta di eliminare la causa di tale situazione di disordine e di insicurezza nel quartiere, indegna di un Paese civile e al limite della disumanità per chi si rivolge a quella che, in quanto sede istituzionale, dovrebbe garantire in primis la tutela, il rispetto e la dignità degli utenti mediante l’adozione di semplici ed elementari procedure che garantiscano una corretta gestione del lavoro quotidiano.