Garantire continuità alla Direzione del Beccaria

Garantire maggiore stabilità amministrativa al carcere Beccaria di Milano, "che dopo dieci anni di direzioni provvisorie, da un anno aveva finalmente un direttore, la cui permanenza viene tuttavia messa in discussione perché l'istituto è stato posto sotto regime di osservazione speciale. E' quanto ho chiesto con un'interrogazione urgente rivolta al Ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Come riportato dalla stampa, il Beccaria è stato posto sotto un regime di osservazione speciale per complessità gestionale 'di alto livello' derivante dalla 'specificità criminologica milanese'.

L'istituto minorile, già noto alla cronaca per l'inchiesta della Procura sui presunti maltrattamenti ai danni dei detenuti, sfociati nell'arresto di 13 agenti e nella sospensione di altri 8, è l'unico, insieme al Nisida di Napoli, a rientrare nella classificazione di 'sede di incarico superiore'. Ciò comporta che il direttore abbia almeno nove anni e mezzo di esperienza comprovata nel sistema penitenziario. Il Beccaria si vede pertanto costretto ad operare l'ennesimo cambio al vertice, a meno di un anno dall'arrivo di Claudio Ferrari, risultato primo al concorso nazionale, che stava lavorava in modo indefesso per sanare le numerose criticità e ristabilire una programmazione a lungo termine. Ai fini dell'individuazione della nuova figura dirigenziale risulteranno decisivi i prossimi passaggi amministrativi: manca infatti la firma del ministro della Giustizia per sancire definitivamente la nuova classificazione dell'istituto, che darà il via a un nuovo interpello per il direttore. Al ministro chiediamo perciò le ragioni di questa decisione e le eventuali responsabilità pregresse e un intervento per garantire maggiore stabilità amministrativa al Beccaria, assicurando che i 3 milioni di euro di fondi Fami vengano investiti nell'assunzione di figure professionali, come mediatori culturali e personale psicopedagogico, per il recupero e il pieno reinserimento sociale dei detenuti.

Testo dell'interrogazione:

INTERROGAZIONE con richiesta di risposta urgente ai sensi dell’art. 151 del Regolamento

MIRABELLI
Al Ministro della giustizia

Premesso che:

come riportato da fonti giornalistiche, il Carcere Minorile Cesare Beccaria di Milano è stato posto sotto un regime di osservazione speciale in ragione della complessità gestionale “di alto livello” derivante dalla “specificità criminologica milanese”;
l’istituto minorile, già noto alla cronaca per l’inchiesta della Procura sui presunti maltrattamenti ai danni dei detenuti, sfociati nell’arresto di tredici agenti e nella sospensione di altri otto, è l’unico, insieme al Nisida di Napoli, a rientrare nella classificazione di “sede di incarico superiore”;
tra le altre cose, la nuova denominazione prevede che la figura dirigenziale risponda a requisiti di anzianità “elevati, stringenti e inderogabili”, ovvero almeno nove anni e mezzo di esperienza comprovata nel sistema penitenziario. Il Beccaria si vede pertanto costretto ad operare l’ennesimo cambio al vertice, a meno di un anno dall’arrivo di Claudio Ferrari. L’attuale direttore era risultato primo in Italia al concorso e con il suo insediamento aveva posto momentaneamente fine alla girandola di figure part-time che si erano avvicendate alla guida dell’istituto negli ultimi vent’anni;
ai fini dell’individuazione della nuova figura dirigenziale, risulteranno decisivi i prossimi passaggi amministrativi. Agli atti predisposti dagli uffici manca infatti la firma del Ministro della giustizia, che con l’emanazione di un decreto sancirà definitivamente la nuova classificazione. Solo a quel punto potrà essere bandito un interpello nell’ambito degli istituti per adulti;
il cambio al vertice rischia tuttavia di influire in maniera negativa sul funzionamento dell’istituto, già duramente provato dalle reiterate rivolte e dalla citata inchiesta per maltrattamenti. Nel corso del suo pur breve mandato, il direttore Ferrari ha lavorato in modo indefesso al fine di sanare le numerose criticità e ristabilire una programmazione a lungo termine, dopo oltre dieci anni di assenza di un direttore;
l’arrivo di un nuovo dirigente si pone quindi in aperto contrasto con l’esigenza di garantire la stabilita e la continuità operativa dell’istituto, specialmente in previsione della consegna entro l’estate di nuovi spazi detentivi, che dovrebbero portare da 58 a 90 il numero di detenuti – molti dei quali di origine straniera ed affetti da gravi disagi psichici;
il ritorno a una figura dirigenziale provvisoria e un capo degli agenti di polizia penitenziaria anch’egli provvisorio, rischia di consegnare nuovamente il Beccaria ad una situazione di precarietà, caratterizzata da un approccio emergenziale e di corto respiro alla risoluzione delle criticità abitative. Resta il fatto che saranno gli operatori e i ragazzi reclusi a pagarne lo scotto;

si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in merito ai fatti esposti in premessa;

quali siano le ragioni della decisione che hanno portato a cambiare il direttore e le responsabilità di chi ha, eventualmente, sbagliato a definire i requisiti per il precedente interpello;

quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di assicurare una maggiore stabilita amministrativa al Carcere Beccaria, garantendo altresì che i tre milioni di euro di fondi Fami vengano investiti nell’assunzione di figure professionali, quali i mediatori culturali e personale psico pedagogico, volte al recupero e al pieno reinserimento sociale dei detenuti.

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