Dal Tg1 un approccio vergognoso alla vicenda di Satnam Singh

L’edizione delle 20.00 del TG1 di ieri sera affronta la sconvolgente vicenda della morte sul lavoro di Satnam Singh sbagliando proprio tutto. Abbiamo dovuto aspettare il 17simo minuto per apprendere delle informazioni rispetto al tragico episodio. In apertura del servizio, la voce scelta per narrare la vicenda è stata proprio quella del padre del datore di lavoro, indagato per omicidio e omesso soccorso, il quale si avventura in affermazione raccapriccianti, affermando che “il lavoratore ha fatto di testa sua; è stata una leggerezza, una leggerezza che è costata cara a tutti”. Sono i datori di lavoro i responsabili della sicurezza sui luoghi di lavoro e che quando un determinato lavoro richiede l’utilizzo di un macchinario particolarmente pericoloso, è sempre il datore di lavoro a doversi assicurare che siano presenti tutti i dispositivi di sicurezza necessari e che siano funzionanti.

E no, dire “non avvicinarti al mezzo” non rientra fra i dispositivi di sicurezza; cosi come scaricare per strada il corpo di un uomo che è stato appena ferito e mutilato non rientra nelle pratiche di primo soccorso, sempre in carico al datore di lavoro. Il giornalista della RAI forse avrebbe potuto chiedere al signore intervistato perché suo figlio non abbia chiamato immediatamente il 118, invece di far intendere nella narrazione del servizio che sono stati i colleghi braccianti e i caporali presenti sul luogo dell’incidente, ad astenersi dalla richiesta di soccorsi. E, ancora, seconda domanda, come mai il bracciante lavorava per lui senza un contratto di lavoro regolare e sotto caporali? Rispetto ad un tema così importante, non è sicuramente questo l’approccio che ci aspettiamo dal servizio pubblico, il cui unico scopo dovrebbe essere quello di informare la cittadinanza piuttosto che rilasciare giudizi finalizzati a far negare le proprie responsabilità.
Come Gruppo PD abbiamo depositato un'interrogazione parlamentare su quanto avvenuto, perché chiederemo conto alla RAI e al Dicastero di riferimento di relazionare su questo approccio comunicativo letteralmente vergognoso.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-01212 |  Pubblicato il 25 giugno 2024, nella seduta n. 201

CAMUSSO, VALENTE, VERDUCCI, FRANCESCHELLI, MALPEZZI, D'ELIA, TAJANI, PARRINI, MIRABELLI, ROJC, ZAMBITO, BAZOLI, MANCA, FURLAN, FINA, GIACOBBE, MARTELLA, GIORGIS, BASSO 

Al Ministro delle imprese e del made in Italy. 
Premesso che:
è all’attenzione dell’opinione pubblica la sconvolgente vicenda di Satnam Singh, il bracciante 31enne di origini indiane morto in data 19 giugno 2024, dopo essere stato mutilato due giorni prima, a causa di un macchinario avvolgi-plastica che gli aveva tranciato di netto un braccio. Successivamente, invece di essere soccorso, Satnam è stato caricato su un mezzo di trasporto dal suo titolare e abbandonato poi per strada, a pochi passi dalla sua abitazione;
durante l’edizione del TG1 delle ore 20:00 del 19 giugno 2024, dopo ben 17 minuti dall’inizio del telegiornale, è andato in onda un servizio che ha narrato il tragico e brutale episodio della morte sul lavoro di Singh, utilizzando una strategia comunicativa a giudizio degli interroganti quantomeno inopportuna;
in apertura del servizio, la voce scelta per narrare la vicenda è stata quella del padre del titolare, indagato per omicidio colposo e omesso soccorso, il quale si è avventurato in affermazioni decisamente raccapriccianti, affermando che “il lavoratore ha fatto di testa sua; è stata una leggerezza, una leggerezza che è costata cara a tutti”;
è doveroso ricordare che, ai sensi del testo unico per la sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008), sono i datori di lavoro i responsabili della sicurezza sui luoghi di lavoro. È sempre del datore di lavoro la responsabilità di assicurare ai lavoratori che tutti i dispositivi di sicurezza necessari siano perfettamente funzionanti. Di conseguenza, avvertire verbalmente un lavoratore, dicendo “non avvicinarti al mezzo”, così come ha riportato il padre del titolare durante il servizio, non costituisce un adeguato dispositivo di sicurezza;
inoltre, non rientra in nessuna pratica di primo soccorso abbandonare per strada il corpo di un uomo che è stato appena ferito e mutilato;
il giornalista RAI ha proseguito il servizio senza interrompere il padre del titolare, facendo intendere che siano stati i colleghi braccianti e i caporali presenti sul luogo dell’incidente ad astenersi dalla richiesta dei soccorsi. Neanche una domanda utile è stata posta all’intervistato volta a capire i retroscena di quel gesto barbaro. Non è stato domandato come mai il datore di lavoro non abbia chiamato immediatamente il 118 o perché il bracciante lavorasse per lui senza un contratto di lavoro regolare e sotto caporali;
considerato che:
la tragica vicenda di Satnam Singh sta indignando l'opinione pubblica, accendendo un faro sulla piaga del caporalato;
il ruolo del servizio pubblico di informazione dovrebbe essere quello di approfondire le notizie di cronaca e “raccontare cosa accade nel mondo e combattere le fake news”;
rispetto ad un tema così importante ci si aspetta dalla RAI un approccio comunicativo finalizzato a garantire un giusto diritto di cronaca ed un’informazione approfondita e puntuale, e non un servizio superficiale e inopportuno che veicola interpretazioni fuorvianti dei fatti,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del citato servizio del TG1 e come intenda intervenire, per quanto di competenza e per quanto stabilito nel contratto di servizio tra la RAI e il Ministero delle imprese e del made in Italy, per ristabilire la funzione del servizio pubblico e garantire ai cittadini un’informazione corretta e veritiera.

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