Interpellanza sull'impatto sui conti pubblici dell'autonomia differenziata

Adesione ad una interpellanza del Gruppo PD sull'impatto sui conti pubblici derivante dall'attuazione dell'autonomia differenziata.

Testo dell'interpellanza:

Atto n. 2-00020 con procedimento abbreviato | Pubblicato il 3 luglio 2024, nella seduta n. 205

BOCCIA, PATUANELLI, MAGNI, BORGHI Enrico, MUSOLINO, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ALFIERI, CAMUSSO, CASINI, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI


Al Ministro dell'economia e delle finanze. 
Premesso che:
il presidente della Regione Veneto, con una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha formalmente chiesto l’avvio della trattativa con il Governo per ottenere le funzioni delegate delle nove materie “non LEP” che è possibile gestire in forma decentrata;
le nove materie “non LEP” riguardano: rapporti internazionali e con la UE; commercio con l’estero; professioni; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; organizzazione della giustizia di pace;
la suddetta proposta è stata accolta con estrema cautela da diversi ministri del Governo, a partire dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, in quanto ritenuta decisamente “affrettata”, in ragione della mancata attuazione dei LEP, del loro finanziamento e misurabilità, nonché dell’assenza di una valutazione complessiva di monitoraggio e di impatto finanziario dei “non LEP”;
anche alcune Regioni del Sud Italia, a guida del centrodestra, come la Regione Calabria, hanno espresso una netta contrarietà nei confronti della proposta; in particolare, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, con un ordine del giorno, approvato dal Consiglio regionale, ha evidenziato la necessità di “valutare l’opportunità di prevedere, prima di procedere alla stipula di intese che prevedano l’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sulle materie escluse dalla determinazione dei Lep, la predisposizione di un’analisi di impatto della regolamentazione che tenga conto della valutazione degli effetti delle ipotesi di intervento normativo e regolamentare regionale”;
il trasferimento delle suddette materie, in assenza di adeguati criteri, rischia di produrre un impatto in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie di cui non si conosce l’entità effettiva, che moltiplicato per tutte le regioni prefigura problematiche di coordinamento e tenuta della finanza pubblica di notevole consistenza, per non parlare del differente risultato in termini economici, sociali e di accesso ai servizi per i cittadini residenti nelle diverse aree territoriali del nostro Paese;
a giudizio degli interpellanti il preoccupante rischio che emerge dalla proposta avanzata del presidente della Regione Veneto è che ogni singola Regione contratti con il Governo i criteri per il trasferimento delle materie, che possono essere diversi da quelli utilizzati per la stessa funzione da un'altra Regione. L’effetto ultimo è quello di “spezzettare” le materie e distinguere, per ciascuna delle centinaia di funzioni differenziate fra LEP e non LEP, e di differenziare la spesa, il personale e le risorse strumentali necessarie per renderla possibile;
è una situazione che, come ampiamente evidenziato durante il dibattito sul disegno di legge sull’autonomia differenziata, si prospetta in palese contrasto con il principio del coordinamento della finanza pubblica sancito dall’articolo 119, secondo comma, della Costituzione;
considerato che:
la situazione dei conti pubblici del nostro Paese è molto preoccupante e, in prospettiva, nei prossimi mesi saranno inevitabili interventi di rilevante portata per riportarli su un percorso di sostenibilità. Il deficit è stimato al 4,3 per cento del PIL, dopo aver raggiunto il picco del 7,4 per cento nel 2023, a fronte di una crescita economica che per l’anno in corso si prospetta sotto la soglia dell’1 per cento;
in ragione degli andamenti di finanza pubblica, la Commissione europea, in attuazione del nuovo patto di stabilità sottoscritto dal Governo, ha ufficializzato l’apertura di una procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Italia, che comporterà una correzione del nostro bilancio strutturale per almeno lo 0,5 per cento annuo in rapporto al PIL. Anche alla luce della procedura d’infrazione e in attuazione del “braccio preventivo” del patto, al nostro Paese è stata assegnata una “traiettoria di riferimento”, a valle della quale si aprirà un negoziato tra Commissione e Governo. Entro la scadenza del 20 settembre 2024 il Governo italiano dovrà presentare un “piano pluriennale” di interventi correttivi, che sarà approvato nel pacchetto d’autunno del semestre europeo, assieme alle raccomandazioni sul deficit;
la prossima manovra di bilancio si prospetta, pertanto, di importo base non inferiore a 30 miliardi di euro proprio per rispondere all’attuale situazione della nostra finanza pubblica e per far fronte alla procedura d’infrazione per deficit eccessivo;
alla luce della difficile situazione in atto, appare alquanto inopportuno aggiungere ulteriori situazioni di instabilità per la finanza pubblica, come si prospettano in conseguenza dell’iniziativa del presidente della Regione Veneto,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti esposti e se intenda attivarsi, per quanto di propria competenza, per evitare ulteriori situazioni di instabilità per le finanze pubbliche che possano derivare dall’attuazione delle proposte contenute nella lettera inviata dal presidente della Regione Veneto al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e le autonomie;
se non ritenga opportuno attivarsi per chiarire, in via definitiva, quale sia l’impatto atteso sui conti pubblici derivanti dall’attuazione dell’autonomia differenziata nel suo complesso e se gli effetti prodotti dalla sua attuazione siano tali da compromettere il percorso pluriennale di interventi correttivi che sarà concordato con la Commissione europea;
se intenda chiarire quali siano gli effetti per la finanza pubblica dell’eventuale trasferimento delle nove materie non LEP alla Regione Veneto e più in generale quale sia l’impatto per ciascuna Regione in caso di richiesta di loro trasferimento.



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