Le persone al centro dell'Europa
Intervento svolto all'incontro "Le persone al centro dell'Europa" organizzato da Associazione Democratici per Milano.
Mettere le persone al centro della politica non può e non deve essere uno slogan ma un principio che deve guidare le scelte e la definizione delle priorità.
Significa, prima di tutto, farsi carico delle difficoltà di chi di fronte ai problemi si sente solo e abbandonato; recuperare il senso di una politica che, se non fa questo, non serve e allontana da sé e dalla democrazia.
Scegliere, come il PD ha fatto in questi mesi, di mettere al centro il lavoro, la sanità e la casa ha questo significato; l’idea che è necessario occuparsi della vita concreta delle persone e, soprattutto, di quella di chi fa fatica a veder soddisfatti i propri bisogni e a veder riconosciuti i propri diritti.
Le battaglie per il salario minimo per contrastare il lavoro povero, contro la precarietà e gli stage gratuiti, insieme alla proposta di legge a prima firma della Segretaria per rifinanziare il sistema sanitario nazionale e sbloccare le assunzioni hanno questo significato e dimostrano concretamente un’idea di politica vicina ai bisogni e che sa coniugare diritti civili e diritti sociali.
Questi temi e queste proposte devono qualificare il PD e il centrosinistra rispetto a un Governo che preferisce difendere gli interessi forti e le corporazioni piuttosto che aiutare chi fa fatica, a cui semmai riesce a dedicare spazio solo nella propaganda.
Emblematica la vicenda del “piano casa” di Salvini che serve a condonare piccoli o grandi abusi - vedremo il testo - ma non investe nulla per rispondere a una domanda di alloggi a canoni accessibili che riguarda milioni di persone; si guarda agli interessi legittimi dei proprietari e non ai bisogni di chi fa fatica.
Pensando alle prossime elezioni europee, ci si confronterà su questi temi nella dimensione dell’oggi ma, soprattutto, sul futuro, a cominciare da come si affronta il grande tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile di fronte ai mutamenti climatici.
La destra arriva a negare o sottovalutare il tema: pur di difendere l’esistente riesce ad alimentare la paura per ciò che è necessario fare per realizzare la transizione ecologica piuttosto che per gli effetti devastanti che i mutamenti climatici possono produrre per le generazioni a venire.
Il compito nostro è quello di far capire i vantaggi che oggi e domani una transizione ecologica intelligente può portare alla vita delle persone.
Le “case green”, per esempio, sono una straordinaria occasione per chi fa più fatica a riscaldarsi o a pagare le bollette.
Certamente, serve un Governo che crei le condizioni affinché l’efficientamento energetico non pesi sulle famiglie ma diventi un’opportunità.
Insomma, mettere le persone al centro e pensare al futuro sono i cardini di un’idea di politica e di un’idea di Europa che, per realizzarsi, ha bisogno di più Europa non meno, ha bisogno di istituzioni europee che funzionino, in cui il Parlamento abbia più spazio e in cui si eviti la paralisi data dall’obbligo dell’unanimità tra gli Stati.
In conclusione, fatemi ringraziare Cecilia Strada per essere con noi questa mattina ma, soprattutto, per il suo impegno per la pace, al servizio degli ultimi e per aver scelto di candidarsi, di mettersi in gioco con noi, con il PD e sostenere così un percorso che abbiamo iniziato con la nostra Segretaria mesi fa e che, sono convinto, porterà ad aumentare il consenso al nostro partito già da queste elezioni.