Lotta al riciclaggio: il protagonismo degli Enti Locali nel quadro europeo
Intervento svolto all'Agorà Democratica online “Lotta al riciclaggio: il protagonismo degli Enti Locali nel quadro europeo. Applicazione della 231/2007 e contrasto ai paradisi fiscali”.
In questa Agorà sono emerse proposte e esperienze molto interessanti.
Dagli interventi emerge una grande condivisione della necessità di contrastare il riciclaggio, la capacità di molti mondi di mettere in campo strumenti di contrasto e ci sono molte proposte in essere.
Mi collego a quanto diceva Gian Antonio Girelli rispetto al fatto che l’antimafia in questa fase rischi di apparire - soprattutto per l’opinione pubblica e, quindi, per una gran parte della politica - soltanto come un aspetto celebrativo di chi ha fatto la lotta alla mafia in passato mentre ci sia molta meno attenzione a capire la pericolosità delle mafie oggi.
Credo che questo sia una verità e comporta dei rischi.
Il primo rischio che vedo, lo dico sempre, è che ci sia una sottovalutazione del fenomeno e della pericolosità delle mafie.
Le mafie hanno scelto di essere meno visibili dal punto di vista militare o dei reati che commettono ma stanno investendo miliardi nell’economia legale mondiale.
È chiaro che dal punto di vista dell’opinione pubblica, se non c’è una politica e una cultura che segnala questo rischio, preoccupa di più lo scippo sotto casa del riciclaggio di denaro nell’economia legale.
Credo, quindi, che abbiamo bisogno di sottolineare i pericoli che porta con sé il riciclaggio di miliardi nell’economia legale.
L’economia legale inquinata da ingenti somme di denaro governate dalle mafie, non solo frutto di traffici illeciti, rappresenta un problema per le democrazie e per le nostre libertà.
Su questo c’è poca consapevolezza.
Nel corso dell’Agorà sono state dette molte cose positive ma su molte questioni c’è uno scontro politico in atto.
Non credo che ci siano sottovalutazioni colpevoli ma sicuramente ci sono sottovalutazioni e, in qualche modo, ci sia anche subalternità ad un’opinione pubblica disattenta.
Valentina Rubertelli ha ricordato come, anche forze che dei simboli dell’antimafia fanno elementi fondamentali del loro pantheon, in questi anni abbiano più volte tentato di spiegare che le società - soprattutto le startup - si possono anche fare sul web, saltando ogni controllo o filtro e ciò che normalmente fanno i notai a tutela della legalità.
Con questa logica abbiamo dovuto scontrarci più volte.
Abbiamo contrastato più volte l’idea, che ciclicamente viene riproposta, di facilitare la formazione delle società, superando la necessità di guardare al bisogno che abbiamo di verificare chi le fa e con quali finanziamenti.
Un’altra questione riguarda la legge sugli appalti.
La legge sugli appalti che uscirà dalla Camera dei Deputati avrà modifiche ma resiste di fronte alla spinta di abbassare le tutele di legalità in nome della semplificazione.
Su un punto che anche in questa Agorà è stato posto come centrale, cioè la qualificazione delle stazioni appaltanti e la necessità di ridurre il numero delle stazioni appaltanti per poter avere personale qualificato e costruire know how e esperienze sul modello milanese in alcune realtà, in Parlamento non riusciamo a ottenere il risultato.
Il paradosso è che ANCI è il soggetto che più contrasta questa scelta perché a molti sindaci di piccoli Comuni conviene mantenere la possibilità di gestire direttamente le committenze.
Non si tratta di volontà criminali, ovviamente, ma semplicemente molto si lega poi al consenso.
Tutte le volte che abbiamo provato in questi anni, non siamo mai riusciti a far passare questa proposta nonostante fosse una delle proposte forti del Codice degli Appalti.
Spero che le centrali uniche di committenza costruite per gli appalti del PNRR possano aiutare a creare un precedente che poi, da questo punto di vista, dia un segnale positivo.
È evidente che oggi il tema del riciclaggio oggi è centrale.
Ci sono componenti fondamentali, come diceva il Colonnello Solazzo.
Nei tempi di crisi, come quelli che abbiamo passato e come quello che stiamo attraversando, le mafie trovano più spazio per riciclare il denaro, contando sulle crisi degli altri, acquisendo immobili di società che non ce la fanno più, con la compravendita di esercizi commerciali ecc.
È vero anche che c’è una sempre maggiore convenienza da parte delle aziende e di imprenditori a rivolgersi a quelle “società di servizi” gestite dalle mafie che offrono finanziamenti, recupero crediti, perché conviene.
Questo va denunciato: non è più sufficiente dire che gli imprenditori sbagliano o non capiscono che rischiano che poi le società vengano acquisite, perché non è solo così. Alessandra Dolci ripete spesso che c’è un clima di omertà molto significativo tra gli imprenditori su queste vicende.
La vicenda della Schenker, ora in amministrazione giudiziaria, è emblematica.
L’azienda ha dato tantissimi subappalti a società interdette senza che gli amministratori facessero nulla per impedirlo. Credo che questo la dica lunga su cosa vuol dire che la convenienza se viene prima della necessità e della consapevolezza di combattere le mafie e rischia di fare seri danni.
Sulle proposte, vorrei sottolineare che ad oggi credo che si stia facendo un buon lavoro per implementare le banche dati, per metterle in comunicazione tra loro, per definire protocolli che segnalino automaticamente anomalie e alert.
Mettere in comunicazioni banche dati di Camera di Commercio, Comuni, fisco e Procure può avere un effetto positivo.
Su questo si sta lavorando, credo che sia stato fatto recentemente un Protocollo anche a Milano.
Questa è una strada da percorrere per contrastare il riciclaggio.
Inoltre, c’è la necessità di affrontare la vicenda del riciclaggio non a livello nazionale solo ma a livello sovranazionale, o almeno europeo.
Abbiamo presentato una mozione in Parlamento che verrà votata nelle prossime settimane per chiedere che l’Agenzia europea antiriciclaggio abbia sede in Italia proprio perché pensiamo di avere il know how legislativo e le esperienze investigative che possano motivare positivamente questo lavoro.
C’è poi anche un tema che emerge da un po’ di inchieste giudiziarie, cioè la necessità di mettere mano ancora alla normativa perché forse il reato di associazione mafiosa non basta più per contrastare efficacemente i fenomeni di riciclaggio. La mafia, infatti, è in grado di riciclare denaro anche in grandi quantità senza l’uso dei metodi che definiscono l’associazione mafiosa e, quindi, forse c’è bisogno di un intervento legislativo per rendere il reato associativo legato al riciclaggio più efficace.
Infine, penso che il tema delle buone pratiche sul contrasto al riciclaggio, di diffonderle e di dare loro anche un riconoscimento normativo sia un altro aspetto su cui occorre lavorare.
Agorà con Pierpaolo Romani (Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico), Valentina Rubertelli (Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato), Tommaso Luigi Solazzo (Ufficiale di collegamento Consulente della Commissione parlamentare antimafia), Simone Negri (Sindaco di Cesano Boscone, Delegato all’Ambiente e alla Legalità della Città Metropolitana di Milano), Franco Roberti (Parlamentare europeo, già Procuratore nazionale antimafia), Franco Mirabelli (Capogruppo Pd in Commissione parlamentare antimafia), Gian Antonio Girelli (componente della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità di Regione Lombardia, già Presidente della medesima Commissione); David Gentili (componente del Comitato per lo studio e la promozione di attività finalizzate al contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata del Comune di Milano, già Presidente della Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano), Ilaria Ramoni (componente del Comitato Legalità Trasparenza Efficienza amministrativa del Comune di Milano, consulente della Commissione parlamentare antimafia), Claudia Peciotti (responsabile Giustizia e Lotta alle mafie nella Segreteria regionale del Pd), Federico Ferri (responsabile del Dipartimento legalità del Pd metropolitano milanese).