La crisi di Governo non consente l'approvazione della legge sull'ergastolo ostativo
Intervento svolto a Radio Radicale.
Sono Relatore della Legge per la riforma dell’ergastolo ostativo in Senato.
Purtroppo, non credo che potremo approvare quella legge entro il novembre 2022, come chiedeva la Corte Costituzionale. Credo che questo sia un fatto gravissimo; l’ennesima conseguenza della scelta drammatica di interrompere la Legislatura.
Eravamo ad un passo dall’approvare anche in Senato il testo che era stato approvato alla Camera dei Deputati: mancava un pezzo di discussione che ormai non si potrà fare e, in più, non potremo neanche rivendicare l’unità di tutte le forze politiche su quel disegno di legge perché di fatto non c’è, in quanto non c’era il consenso di Italia Viva e di Fratelli d’Italia. Mi pare, quindi, impossibile pensare di approvare quel testo.
Era un testo equilibrato, frutto del lavoro lungo fatto alla Camera dei Deputati e delle forze politiche, che prendeva la sentenza della Corte Costituzionale e la traduceva in una norma che coglieva l’indicazione della Corte, cioè il fatto che non si può chiedere la collaborazione come unico requisito per concedere benefici a chi sta in carcere per reati legati al 4 bis. Il testo costruiva, inoltre, un percorso che in sostanza consentiva di avere benefici, fino agli arresti domiciliari per quei detenuti che, pur non collaborando, avessero dimostrato una capacità di staccarsi dall’organizzazione criminale di provenienza e di comprovare il distacco da esse.
La Corte Costituzionale ha già dimostrato pazienza, sia nella prima sentenza, sia quando ha accettato la richiesta che avevamo fatto di darci altri sei mesi per poter avere il tempo di approvare la norma in Parlamento. Non credo che ora ci saranno altre proroghe ma credo che anche la Corte si porrà il problema di come l’incostituzionalità della collaborazione come unico requisito per poter avere benefici si applichi senza rischiare di aprire troppo le maglie.
Spero, infatti, che la Corte Costituzionale faccia delle scelte che impediscano a soggetti che non hanno interrotto i rapporti con le organizzazioni criminali di provenienza di avere benefici.
Credo nella giustezza della sentenza della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo, perché stabilisce il principio che il carcere, comunque, deve essere anche luogo di speranza e di cambiamento.
Frequento e lavoro con diverse persone detenute in alta sicurezza che durante la loro detenzione sono cambiate, hanno studiato, si sono laureati e a queste persone non si può negare la speranza.
La Corte Costituzionale dice questo: anche se non c’è la collaborazione con la Giustizia, bisogna valutare la possibilità di garantire i benefici ai detenuti, però, di fronte alla lotta alla mafia bisogna guardare con molta cautela ai rischi di premiare persone che ancora sono legate alla criminalità organizzata.
Sono d’accordo sul fatto che possano decidere i magistrati di sorveglianza a chi dare benefici ma nella legge che stavamo facendo si stabiliva un percorso che coinvolgeva i soggetti sul territorio, la Direzione Nazionale Antimafia e una serie di altri osservatori che potevano aiutare il magistrato di sorveglianza.
Si era, dunque, cercato un equilibrio che ora rischia di venire a mancare in un senso o nell’altro e credo che questo sia negativo.
A causa della crisi di Governo salteranno anche molte altre cose.
Con la Ministra Cartabia eravamo molto vicini a rendere permanenti tutte le misure che avevamo assunto per la pandemia, quindi la liberazione anticipata per alcuni, la possibilità di non rientrare a dormire in carcere per chi era fuori per permessi di lavoro, gli arresti domiciliari per persone a cui mancavano da scontare 18 mesi, tutto il sistema di comunicazione con l’esterno.
Questo non avverrà ed è un altro problema serio che la crisi porta con sé.