Abbassare la guardia sulla lotta alla criminalità organizzata è pericoloso
Oggi nel Consiglio regionale della Liguria, nel giorno del ricordo commosso di Paolo Borsellino e della sua scorta, fa male aver assistito alla volontà di cancellare l’Osservatorio regionale antimafia. La Giunta Toti infatti, intende normare il contrasto alla criminalità organizzata solo all’interno della ‘Disciplina in materia di polizia locale e per sistemi integrati di sicurezza’, come se il complesso sistema di relazione della criminalità organizzativa, che inquina i processi economici, sociale, amministrativi potesse essere equiparato ad una rapina o un furto.
Quella della strage di Via D’Amelio non deve essere una semplice ricorrenza, ma ricordarci che la mafia c’è e inquina l’economia e la democrazia. Va combattuta. Il radicamento della ‘ndrangheta al Nord e in Liguria è un fatto accertato e abbassare la guardia è pericoloso e sbagliato.
Il taglio dell’Osservatorio regionale antimafia segue peraltro, l’interruzione della collaborazione di Regione Liguria con l’Università di Genova, grazie alla quale negli ultimi decenni era stata avviata una proficua mappatura delle infiltrazioni mafiose sul territorio, dove il fenomeno è radicato e pervasivo, con realtà e nuclei consolidati in tutte le province.
Sono scelte che non hanno alcuna motivazione, nemmeno economica, dato che il costo della collaborazione con l’Università nell’ultimo anno era stato di soli 20mila euro.
Bene che l'Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Regionale Roberto Arboscello (che riprendeva la mozione presentata dal Partito Democratico a mia prima firma e approvata in Senato), per ospitare in Italia la sede europea dell’Agenzia europea per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo sia stato votato all’unanimità. Le lacune di Regione Liguria nel contrasto alle mafie però restano, l’azione della Giunta Toti risulta troppo timida.