Per una politica che unisca
Intervento ad un dibattito con il Terzo Settore.
La volontà del PD di rappresentare i mondi del Terzo Settore è fuori discussione.
È vero che in questi anni abbiamo fatto fatica perché in Parlamento eravamo la quarta forza politica e siamo stati in due Governi diversi per composizione ma un po’ di cose abbiamo provato a determinarle.
Penso che ci sia un problema grande di diseguaglianze nel Paese. Questo è un po’ il cuore delle questioni.
Mi sono occupato molto del tema della casa in questi anni e penso su questo le diseguaglianze sono più evidenti.
Ci sono grandi difficoltà a trovare alloggi per i giovani.
A Milano, e in particolare in quartieri come l’Isola, c’è la necessità di guardare alla domanda abitativa dei ceti medio-bassi che non trovano più risposte, anche perché non riusciamo a dare strumenti alla cooperazione per aumentare il patrimonio di edilizia sociale da mettere a disposizione.
In Parlamento abbiamo fatto una lunga battaglia per prorogare la scadenza del superbonus per l’edilizia residenziale pubblica e anche per le cooperative a proprietà indivisa. Quello strumento andrebbe, però, ripensato perché le cooperative a proprietà indivisa sono riuscite ad usarlo mentre l’edilizia residenziale pubblica no, nonostante le proroghe. Le aziende di edilizia residenziale pubblica, infatti, hanno dimostrato di non essere in grado di usare in maniera adeguata quei soldi e per questo non serve un bonus ma un finanziamento significativo mirato per le case popolari.
Prima che la Legislatura finisse in una maniera assurda, in Senato, stavamo lavorando per approvare una legge per la rigenerazione urbana per intervenire sulle città per migliorarne la mobilità, migliorarne l’ambiente e creare occasioni di nuove abitazioni ristrutturando e intervenendo sul patrimonio della città degradato.
Quella legge avrebbe dovuto essere finanziata con un miliardo e trecento milioni di euro.
Su quella falsariga, oggi, nel programma del PD abbiamo inserito le proposte per l’abitare, pensando di costruire intervenendo sul degrado urbano e con la riqualificazione per creare 500mila alloggi di edilizia sociale (case popolari e di cooperative).
L’obiettivo che ci siamo posti è ambizioso ma è giusto.
Abbiamo anche proposto il tema di dare un’abitazione ai giovani, dando anche un contributo economico di 2.000 euro per accedere all’affitto agli under 35 o di migliorare la possibilità di accesso ai mutui.
Questo è un tema di cui ci occupiamo solo noi.
Gli altri partiti si occupano di chi la casa già ce l’ha e come difendere i proprietari di casa dalle tasse.
Nessuno si fa carico del tema dell’accesso alla casa ma questo è un tema fondamentale. Le diseguaglianze sicuramente si creano sulle disparità economiche e salariali ma anche il tema delle opportunità abitative e del diritto alla casa è centrale per superare le diseguaglianze.
Occorre, quindi, fare un investimento su un settore su cui da anni la politica non investe e di cui si parla troppo poco.
Si può votare convintamente PD anche perché questa volta, più di altre, abbiamo proposte precise, che forse riusciamo poco a far passare ma sono precise come una mensilità in più di stipendio ottenuta con il taglio delle tasse sul lavoro, il salario minimo garantito, i 500mila alloggi di edilizia sociale; abbiamo anche fatto delle scelte chiare sulla transizione ecologica, ad esempio non è scontato dire basta alle auto alimentate con combustibili fossili nel 2035.
Mi pare, quindi, che siamo un partito che ha fatto scelte chiare, nette e utili per migliorare il Paese.