Prendiamo impegni per il futuro
Intervento svolto al Gazebo PD alla Barona.
Stiamo facendo campagna elettorale stando con le persone, parlando direttamente senza l’intermediazione di giornali e tv, prendendo impegni precisi per il futuro.
Oggi stiamo affrontando una situazione molto complicata per il Paese senza un Governo, perché qualcuno si è assunto la responsabilità di far cadere Draghi nel momento in cui c’era più bisogno.
Subito dopo la pandemia, appena il Paese aveva ricominciato a crescere dal punto di vista economico è iniziata l’inflazione che ha fatto alzare i prezzi e ha messo in difficoltà le famiglie.
A questo si è aggiunto il caro-energia e il costo delle bollette è aumentato.
La guerra in corso, inoltre, ha reso ulteriormente difficile la situazione.
Nel momento in cui avevamo bisogno di un Governo in carica in grado di prendere provvedimenti eccezionali, a tutela delle famiglie e delle imprese, Salvini, Berlusconi e Conte hanno deciso di far cadere il Governo.
Ancora oggi, con un Decreto importante, il Governo è intervenuto per ridurre l’impatto delle bollette sulle famiglie e sulle imprese.
È evidente, però, che ciò che può fare un Governo che non ha più una maggioranza e a Camere sciolte, non è ciò che si sarebbe potuto fare e si stava per fare con il Governo Draghi in carica.
Stavamo per votare la Delega Fiscale, che avrebbe portato ad un abbassamento dell’IRPEF per i redditi medio bassi e avrebbe portato ad un taglio significativo del cuneo fiscale, cioè delle tasse sul lavoro.
Avevamo proposto e continuiamo a proporre di tagliare le tasse sul lavoro per lasciare nelle tasche dei lavoratori l’equivalente di una mensilità in più.
Tutto questo non si è potuto fare perché il Governo è caduto.
Già questo dice che ci sono differenze tra le parti politiche e non è vero che siamo tutti uguali.
Noi abbiamo sostenuto il Governo Draghi, pur non essendo il nostro Governo, perché era utile per il Paese e c’è chi, invece, ha deciso di farlo cadere.
Il 25 settembre si sceglie tra chi ha un’idea della politica che serve al Paese e chi privilegia l’interesse di parte, come chi ha fatto cadere il Governo Draghi.
Si sceglie, inoltre, su alcune proposte precise e concrete.
Siamo convinti che il primo problema in Italia sia quello del lavoro e di ridurre le diseguaglianze che in questi anni si sono sempre più allargate, anche perché c’è una questione salariale. Da molti anni, infatti, non aumentano i salari in Italia e il potere d’acquisto delle famiglie si riduce sempre di più. Questa per noi è la prima questione che va affrontata. Per questo chiediamo di ridurre le tasse sul lavoro per lasciare una mensilità in più in busta paga ai lavoratori.
Proponiamo anche di introdurre il salario minimo perché non è giusto che ci siano lavoratori che guadagnano tre o quattro euro all’ora e poi devono aggiungere al loro stipendio il reddito di cittadinanza perché non arrivano a una soglia minima.
Occorre, inoltre, chiudere dei contratti che sono aperti aumentando il potere d’acquisto delle famiglie. Questo serve per aiutare le famiglie e ridurre le differenze.
Gli altri dicono il contrario.
La destra propone la Flat Tax che, di fatto, serve a ridurre le tasse ai più ricchi, costruendo un’aliquota uguale per tutti che farà risparmiare poco a chi guadagna poco e ridurrà il gettito fiscale e, quindi, ridurrà le entrate per lo Stato che sono a disposizione per pagare i servizi, come Sanità, scuola ecc.
O si sceglie di ridurre le diseguaglianze e investire sullo stato sociale per fare in modo che il fisco sia proporzionale ai redditi e chi ha di più paghi di più, oppure con la Flat Tax si lavora per favorire chi in questi anni ha già beneficiato di una serie di contingenze che hanno aumentato le diseguaglianze.
Un’altra scelta si fa in materia di ambiente.
Dopo quest’estate e dopo queste giornate, negare che ci sia un’emergenza e un problema drammatico rispetto al cambio del clima è assurdo.
Abbiamo sotto gli occhi la siccità, i ghiacciai che si stanno e le bombe d’acqua sempre più diffuse.
Su questo non si può aspettare.
Noi diciamo che bisogna cambiare subito: uscire al più presto dall’uso dei combustibili fossili per produrre energia, investire sulle fonti rinnovabili e sulle energie alternative, cambiare le abitudini nei consumi, pensare a un ciclo positivo di gestione dei rifiuti e creare una transizione ecologica che costringa subito a cambiare per togliere di mezzo tutti quei fattori che stanno producendo questa situazione drammatica correlata ai mutamenti climatici.
Gli altri votano in Europa per dire che tutte le misure sulle energie rinnovabili possono essere posticipate; votano contro l’idea che le auto elettriche debbano essere le uniche che si costruiscono a partire dal 2035 e spiegano che prima bisogna garantire l’esistente.
Berlusconi pensa all’ambiente come a un milione di alberi da piantare ma dimostra anche un po’ di insipienza perché a Milano e provincia, con i soldi del PNRR, viene finanziato il progetto ForestaMi che prevede che vengano piantati 4 milioni di alberi.
Noi mettiamo al centro l’ambiente e vogliamo cambiare mentre gli altri lo fanno quasi per dovere e sono sempre pronti a difendere l’esistente.
Così anche sui diritti non la pensiamo allo stesso modo, sia sui diritti sociali che quelli civili.
Sulla sanità, ad esempio, per noi è necessario investire anche dopo la pandemia sulla sanità pubblica.
Altri organizzano la sanità, come fa Regione Lombardia, per relegare il pubblico ad una sorta di ruolo residuale, per cui i medici di base oggi non ci sono o per avere un esame in tempi rapidi bisogna necessariamente farlo a pagamento, anche nelle strutture pubbliche.
Per noi non è questo il diritto alla salute.
Diritti civili sono poi la legge contro l’omotransfobia, per tutelare le persone per le loro scelte ma anche lo Ius scholae per dare la cittadinanza a chi è nato e ha studiato in Italia senza aspettare la maggiore età e oltre. Nei diritti c’era anche una legge seria sul fine vita, che stavamo facendo e che si è fermata perché è caduto il Governo.
Questi sono problemi reali che riguardano la vita di tante persone.
Per noi tutte queste sono priorità.
Gli altri sono quelli che al Senato festeggiavano quando è stata affossata la legge Zan.
Per queste ragioni bisogna scegliere di votare PD e centrosinistra.
Con questa legge elettorale, la scelta è tra le destre e noi, non ci sono altre alternative.
I collegi uninominali comporranno una parte importante del futuro Parlamento e il centrosinistra è in grado di contendere i collegi alla destra.
Votare altri vuol dire togliere voti al centrosinistra e aiutare la destra a vincere i collegi.
L’appello, quindi, è di votare PD e centrosinistra.
Bisogna impedire che la destra abbia la maggioranza nel prossimo Parlamento.