Nessuna giustificazione per le rivolte in carcere ma è utile dare gli arresti domiciliari a chi è arrivato a fine pena
Intervento a Radio Popolare (video).
Sono stato a San Vittore, a Milano, perché volevo verificare la situazione insieme al Direttore del carcere, il quale era impegnato nei reparti perché, anche qui come in altre carceri italiane, da questa mattina è scoppiata una rivolta e alcuni detenuti - a cui non va data nessuna giustificazione - hanno distrutto gli ambulatori del secondo e del terzo raggio e sono saliti sul tetto.
Dentro questa emergenza drammatica in cui vive tutto il Paese, c’è una emergenza che va pure affrontata subito a tutela degli agenti, degli operatori e degli stessi detenuti.
Il Decreto che di fronte alla sospensione dei colloqui, resa necessaria dal Coronavirus, impone di consentire le comunicazioni a distanza coi parenti non basta.
Serve subito affrontare il problema del sovraffollamento.
Si mettano ai domiciliari tutti coloro che hanno pochi mesi ancora da scontare per arrivare a fine pena.
Non si risolverebbe nulla se, come pensa qualcuno, si tornasse a chiudere le celle superando la vigilanza dinamica.
Serve consentire ai Direttori di poter lavorare, ricostruendo un clima che il sovrappopolamento pregiudica.