Anticorpi di legalità per amministratori consapevoli
Intervento al convegno formativo organizzato dal Dipartimento Legalità del PD Milano Metropolitano.
Innanzitutto voglio ringraziare Federico Ferri e tutto il Dipartimento Legalità del PD milanese per aver promosso questa iniziativa, ma soprattutto per il grande lavoro fatto in questi anni per aiutare il partito a tenere alta la guardia, l’attenzione e l’iniziativa sui temi della lotta alle mafie. È un’esperienza che andrebbe valorizzata maggiormente e che è unica e originale in Italia.
Il seminario di oggi è molto importante perché occorre essere consapevoli del fatto che amministratori, consiglieri e le istituzioni territoriali tutte sono un presidio fondamentale per combattere le mafie e affermare la legalità, di questo devono essere consapevoli e per questo devono essere attrezzati e formati.
Le mafie oggi hanno scelto di agire spesso nascondendosi, penetrando l’economia legale, riciclando gli enormi proventi illeciti e tutto ciò crea meno allarme sociale rispetto al passato col rischio che vi sia una sottovalutazione dei pericoli e non si colga quanto sia grave per la stessa democrazia l’inquinamento dell’economia e della stessa convivenza.
Per questo diventa fondamentale che proprio i Comuni considerino quello della legalità e quello del contrasto alla criminalità organizzata temi prioritari del proprio operare.
L’attenzione a creare gli anticorpi e a prevenire qualunque infiltrazione devono attraversare l’intera attività amministrativa e produrre prassi e modalità di lavoro che non possono essere improvvisate.
È necessario farlo per mettere in sicurezza le istituzioni sapendo che, purtroppo, non sono temi questi che portano necessariamente consenso e che, proprio per lo scarso allarme sociale, rischiano di essere messi in secondo piano.
Prevenire le infiltrazioni mafiose per noi deve significare attenzione nella formazione delle liste.
Purtroppo abbiamo avuto anche qui, in Lombardia, più di un esempio di persone elette, spesso nei piccoli Comuni, che sono state riferimento per la ‘ndrangheta, per accelerare una pratica, promuovere un cambio di destinazione d’uso, favorire un appalto. Figure che si sono messe al servizio delle organizzazioni criminali in cambio di voti o di favori e che diventano funzionali ai loro interessi illeciti.
Il nostro Statuto prevede regole chiare e stringenti per la formazione delle liste: il rispetto del codice etico e del codice predisposto dalla Commissione Antimafia nazionale innanzitutto.
È importante ma non basta.
Anticipare la costruzione delle liste, renderlo un percorso pubblico e condiviso per raccogliere osservazioni e informazioni è una strada da percorrere per evitare tristi sorprese dell’ultimo minuto.
Concludendo, ciò che più mi preme sottolineare è il ruolo fondamentale che i Comuni possono avere per cogliere sul territorio i segnali della presenza di attività illecite.
Una semplice verifica dei passaggi di proprietà delle attività commerciali può consentire di cogliere anomalie e molto altro.
I Comuni possono e devono fare molto non solo per prevenire infiltrazioni ma anche per difendere la propria comunità e combattere le mafie e questa è una questione qualificante anche qui nel Nord ricco e sviluppato, dove le mafie si sono ormai insediate attratte proprio dall’economia ricca che promette affari e potere di condizionamento del mercato.