Riordino del gioco: bene tutelare gli utenti ma pensare anche a ridurre domanda e offerta

Intervista di Gioco News.

Il senatore del Pd Franco Mirabelli commenta i contenuti del disegno di legge delega sul gioco, anche alla luce della sua proposta di legge in materia.
Al senatore dem chiediamo dunque: che giudizio dà del progetto di riforma dei giochi approvato dal Consiglio dei ministri?

“Dare un giudizio è complicato perché è evidente che molti dei temi e dei nodi non sono sciolti nell'articolo della legge delega. Bisogna capire che scelte verranno fatte nel merito, mi pare che la delega sia troppo generica per poter dare un giudizio. Di primo acchito trovo positivo il fatto che ci sia un'attenzione alla regolamentazione del gioco a tutela degli utenti, quindi mettendo in campo tutti gli strumenti, dalla formazione alla fissazione di limiti per i giocatori. Bene anche l'idea, peraltro contenuta nell'accordo Stato-Regioni del 2017, di fare sì che il tema delle distanze sia concordato con gli Enti locali. Ancora, tra le cose importanti e positive contenute nella legge delega ci sono i provvedimenti ipotizzati per migliorare la tracciabilità dei finanziamenti e garantire trasparenza al settore, anche mettendo in campo controlli più efficaci su tutta la filiera, questo è un tema importante e credo che ci siano le condizioni perché si possa produrre una buona soluzione. Quanto invece ai limiti che trovo in questa delega, c'è che non c'è nessuna riflessione sull'offerta. La mia proposta di legge prevede una sua riduzione progressiva ma sul testo del Governo non si dice nulla al riguardo e questo è sicuramente un punto critico. Allo stesso modo non mi pare che ci sia nulla per intervenire sulla domanda, non ci sono ulteriori restrizioni alla pubblicità, cosa che per noi è importante, e non ci sono iniziative di prevenzione, per esempio nelle scuole”.
Che cosa ne pensa della scelta del Governo di avvalersi di una legge delega?
“Quanto allo strumento della legge delega, dipende quanto il Governo vorrà misurarsi con il Parlamento, quanto vorrà integrarla e ascoltare gli operatori e tutti coloro che si occupano di lottare contro la ludopatia. Dipende dunque da quanto il Governo sarà in grado di tradurre nei decreti la discussione parlamentare e le opinioni di chi si occupa del settore”.
Alla luce di questo Ddl, che fine farà la sua proposta? Potrà essere di aiuto e di stimolo al dibattito parlamentare?
“Penso di sì. La mia proposta riprende l'accordo Stato-Regioni fatto alla fine della 17esima legislatura e molti suoi aspetti sono contenuti nella legge delega, dal tema delle distanze a quello della formazione per gli operatori, e in più utilizzare tutti gli strumenti tecnici per prevenire la ludopatia. Nel mio testo c'è in più, ripeto, l'idea di ridurre la domanda e l'offerta, ma non si capisce quale sia in materia l'idea del Governo”.
Tra le misure che la sua Pdl prevede c'è anche la riforma dei casinò, non prevista affatto nella delega. Come spiega questa scelta del Governo?
“In realtà non si parla di casinò ma mi pare che la delega dica che bisogna preferibilmente concentrare il gioco in luoghi dedicati. Non so se nelle intenzioni del Governo in questo passaggio rientrano anche i casinò”.
Lei è fiducioso che stavolta la riforma fiscale e quella del gioco giungeranno in porto?
“Io penso che l'intera riforma fiscale farà fatica a produrre effetti in tempi ragionevoli; non vorrei che l'articolo che riguarda i giochi passi in secondo piano rispetto a tutte e altre partite contenute nella legge delega. C'è il rischio che il gioco diventi la cenerentola che verrà lasciata indietro”.

Scheda del disegno di legge che ho presentato in materia di riordino del settore del gioco.

 

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