Putin ha attaccato l'Occidente attraverso l'Ucraina

Intervista di PoliticaNews.

Più di 400 crimini di guerra russi documentati dall’Onu. Il Cremlino ha annunciato che non ci sarà alcuna tregua natalizia. Droni e missili continuano a mettere nel mirino Kiev. È possibile portare Putin al tavolo dei negoziati?
“È difficile rispondere. Ci sono stati alcuni segnali, negli ultimi mesi, di contatti tra i servizi segreti americani e russi per evitare altri incidenti. La scelta che sta facendo Putin in questi giorni e in queste ore di attaccare i civili ucraini e le loro infrastrutture, lasciando così al freddo e al buio parti intere del Paese, ci dicono che la strada è ancora lunga e che l’Occidente, in questo momento, non deve far mancare assolutamente il sostegno all’Ucraina.

Alcuni commentatori della Prima guerra mondiale affermarono che i leader politici stavano avvicinandosi ad un conflitto globale praticamente da sonnambuli, senza rendersene conto. Putin è davvero un attore razionale?
“Non sono abbastanza padrone della materia per dare un giudizio di questo tipo. Putin ha fatto una scommessa per recuperare il ruolo nel suo scacchiere internazionale. L’ha fatto attaccando l’Occidente attraverso l’Ucraina. Io penso che non si aspettasse la reazione e la capacità di resistenza ucraina e la capacità dell’Occidente di mantenere il sostegno anche a costo di alcune ripercussioni di carattere economico”.
La Manovra di Bilancio fa discutere all’interno dei nostri confini e non solo. Qual è il suo giudizio?
“L’Unione Europea ha dato un giudizio esplicitando chiaramente che queste misure che rendono più difficile il tracciamento del denaro, e di conseguenza contrastano la lotta all’evasione, sono sbagliate. Sia l’aumento del tetto del contante sia i limiti di utilizzo del Pos. A questo ha aggiunto che le misure che rappresentano bene i propri condoni, come la rottamazione delle cartelle sotto ai 1.000 euro vanno nella direzione opposta alla lotta all’evasione fiscale”.
In questi giorni si parla di una revisione del bonus 18App. Il discorso è molto più ampio: i giovani fanno una fatica tremenda ad inserirsi nel mercato del lavoro. Cosa deve fare l’Italia per facilitarne l’ingresso?
“Sul bonus 18App il governo si è mosso in modo assolutamente scriteriato. Spero che si arrivi alla soluzione di non toccare un istituto per tanti giovani, ma non solo. Si è rivelato molto utile per un intero settore editoriale, partendo dall’editoria, arrivando ai teatri. Che hanno ricevuto il beneficio dall’iniziativa. Anche l’idea di mettere un tetto di reddito è stravagante. Sarebbe come dire che concediamo i Superbonus solamente a chi ha i redditi bassi. Se fai un’operazione che ha determinate finalità, non puoi cambiarle stravolgendole. Io non credo che il tema oggi sia trovare lavori: il problema consiste nella tipologia dei lavori, nei lavori poveri in cui troppo spesso vengono inseriti i giovani. Troppo spesso sottopagati, senza garanzie di qualità, formazione e di crescita. È su questo che si deve lavorare, incentivando le assunzioni a tempo indeterminato, ma anche investendo di più nella scuola e nella formazione. Il tema salariale riguarda tutti, ma soprattutto i giovani e le donne. Va assolutamente affrontato perché sta producendo disuguaglianze inaccettabili nel Paese”.

 



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