Emergenza casa: dal Governo nessun intervento. Tre possibili interventi da mettere in atto subito
Articolo pubblicato su Huffington Post, Quotidiano del Condominio e Il Denaro.
Anche nel 2023 il tema della casa è scomparso dall’agenda del Governo.
Nessun intervento previsto in Legge di Bilancio, nessun finanziamento per le politiche dell’abitare.
Eppure i dati che dimostrano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza sono evidenti: 600mila famiglie in attesa di una casa popolare, il dibattito aperto in tutte le grandi città per affrontare i costi dell’abitare ormai inaccessibili per i redditi medio bassi e le proteste degli studenti fuori sede che non trovano opportunità abitative accessibili.
A tutto ciò il Governo risponde azzerando il Fondo Sostegno Affitti e con un tavolo convocato dal Ministro Salvini, da cui sono stati esclusi i sindacati degli inquilini, e che ha prodotto il rinvio a un incontro successivo per affrontare il tema di un “piano casa” che continua ad essere evocato senza che circolino idee in merito, insieme alla promessa del Ministero di investire 100 milioni, una cifra ridicola rispetto alle necessità.
Certamente c’è la necessità, dopo molti anni, di realizzare un intervento significativo sulla casa, un “piano casa” che investa risorse significative, prenda atto dei bisogni diversi prodotti dai mutamenti sociali e affronti il tema di come garantire un diritto essenziale a una fascia di popolazione sempre più ampia che non ce la fa.
Ma da subito almeno tre cose possono essere fatte presto.
Innanzitutto va rifinanziato il Fondo Sostegno Affitti, insieme a quello per la morosità incolpevole, per non lasciare solo chi non riesce più a pagare l’affitto e impedire che si allunghi ulteriormente la lista degli sfratti e della sofferenza.
Usare i fondi per finanziare le agenzie comunali per la casa per aiutare chi è in difficoltà e garantire i proprietari è una strada che è necessario percorrere e che aiuta i Comuni, che altrimenti rischiano di restare soli e impotenti a fronteggiare i problemi.
In secondo luogo serve rifinanziare, ricorrendo ai fondi europei, i cosiddetti PINQUA, i progetti per la qualità dell’abitare, che, finanziati dal PNRR, hanno già prodotto 271 interventi di miglioramento edilizio e aumento delle opportunità abitative.
Il grande tema della rigenerazione urbana resta sullo sfondo ma è ineludibile, serve intervenire per creare più opportunità abitative di qualità e sostenibili laddove oggi esistono zone spesso degradate, e questa è una necessità non più rinviabile. I progetti PINQUA vanno in questa direzione e hanno aperto la strada.
Ma il tema su cui è necessario intervenire subito e che può dare subito risultati significativi riguarda il patrimonio pubblico.
I dati del Ministero competente raccontano di 70mila alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica lasciati vuoti, altre stime arrivano a 150mila alloggi pubblici inutilizzati (12mila solo a Milano). Si tratta spesso di immobili che hanno bisogno di semplice manutenzione ordinaria per poter essere assegnati ma che restano vuoti per le inefficienze dei gestori e per mancanza di fondi.
Qui c’è, come è evidente, un obbiettivo di lavoro che può dare risultati in tempi rapidi e aumentare al tempo stesso il valore del patrimonio pubblico.
Servono finanziamenti e norme che consentano di incentivare questi interventi.
Mentre si fanno i tavoli al Ministero, queste cose possono essere fatte presto, basta ci sia la volontà politica.